Interazioni pericolose: identificazione di una nuova relazione funzionale fra tre geni che potrebbe contribuire allo sviluppo dell’aggressività di alcuni tumori umani.

Un nuovo studio, coordinato dal Dipartimento di Biologia e Biotecnologie Charles Darwin della Sapienza e dall’Istituto Pasteur Italia – Fondazione Cenci Bolognetti, ha dimostrato che la presenza simultanea di un elevato numero di copie i 3 geni contribuisce allo sviluppo dell’aggressività tumorale e favorisce una prognosi negativa nei pazienti malati di tumori. I risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista Cell Death and Discovery.

 

Nel nostro articolo”- spiega il Prof. Giovanni Cenci che insieme al Dott. Bosso (già borsista dell’Istituto Pasteur Italia attualmente ricercatore presso il CNIO, Madrid) ha guidato questa ricerca – abbiamo descritto per la prima volta che alti livelli di espressione di CBX3 (una proteina che studiamo da tempo nel laboratorio) in diversi tipi di cancro sono fortemente associati a una simultanea over espressione di altri 2 importanti geni che specificano proteine chiave per la proliferazione cellulare, EGFR e RAC1”.

Sebbene alterazioni nella quantità di queste proteine siano notoriamente responsabili dello sviluppo di molti tumori, i dati indicano che la concomitante espressione di EGFR1 e RAC1 con CBX3 aumenta l’aggressività di diversi tipi di cancro e potrebbe in futuro essere considerato un marker generale di prognosi meno favorevole per i pazienti.

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Gli autori hanno anche condotto analisi genetiche nel moscerino della frutta Drosophila melanogaster, in cui sono presenti proteine molto simili a EGFR1, RAC1 e CBX3, dimostrando che i tre geni che codificano questi fattori interagiscono tra di loro.

 

Questa importante evidenza suggerisce che la simultanea iper-espressione di questi fattori nei tumori umani non è una coincidenza ma riflette una relazione funzionale tra questi prodotti genici, che si è conservata durante l’evoluzione.

 

I nostri risultati – conclude il Prof. Cenci – confermano ancora una volta che il moscerino della frutta è un ottimo organismo modello anche per la biologia dei tumori umani”.

 

 

La ricerca, finanziata per la parte svolta dalla dottoranda Liliana Tullo nel laboratorio del Prof. Cenci, interamente dall’Istituto Pasteur Italia – Fondazione Cenci Bolognetti è stata condotta in collaborazione con Giuseppe Bosso (CNIO, Madrid) e Francesca Cipressa (ricercatrice presso Università della Tuscia, Viterbo).

 

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