Occhio alla zanzara: diffusione del virus Dengue in Italia

Il virus Dengue (DENV) è un Orthoflavivirus appartenente al gruppo degli Arbovirus, virus trasmessi da vettori artropodi. È l’agente eziologico della febbre Dengue, malattia infettiva emergente, che si trasmette all’uomo tramite la puntura delle zanzare del genere Aedes, prevalentemente Aedes aegypti.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’incidenza delle infezioni da DENV è aumentata di circa 30 volte negli ultimi 50 anni, con una costante diffusione verso nuovi Paesi, causando sporadiche epidemie che colpiscono tra i 100-400 milioni di individui ogni anno, con 20 mila decessi, soprattutto nelle zone tropicali e sub-tropicali. L’aumento del rischio di contrarre la Dengue è dovuto principalmente ai cambiamenti climatici, che hanno causato un innalzamento delle temperature, elevate precipitazioni, maggiore umidità e la diffusione delle zanzare Aedes nelle regioni temperate, oltre che alla globalizzazione e all’aumento dell’urbanizzazione. Nel solo 2023 sono stati registrati oltre 6 milioni di casi e più di 7000 decessi in tutto il mondo, con importanti focolai in Brasile, Argentina e nel sud-est asiatico. In Italia, la Dengue non è considerata una malattia infettiva endemica, in quanto la maggior parte dei casi è riconducibile ad infezioni contratte all’estero (casi di importazione). Tuttavia, i primi eventi di trasmissione autoctona (trasmessi localmente) del DENV sono stati segnalati nel 2020.

 

Casi confermati di Dengue in Italia dal 2015 al 2024

Fonte: Istituto Superiore di Sanità

Il rischio di generare casi autoctoni di infezione da DENV sembra essere legato al vettore meno efficace del DENV, Aedes albopictus, anche comunemente conosciuta come “zanzara tigre”. Nel 2023, in Italia sono stati riportati 377 casi di DENV, dei quali 295 considerati casi importati e 82 autoctoni e, secondo gli ultimi dati del Sistema di Sorveglianza Nazionale delle Arbovirosi, dal 1° gennaio all’ 8 luglio 2024, risultano 283 casi confermati di Dengue, tutti associati a viaggi all’estero.

Immagine1
Casi importati per Regione/Provincia Autonoma di segnalazione (2024)

Fonte: Istituto Superiore di Sanità

L’infezione da DENV si presenta nell’80% dei casi come asintomatica e ha un tasso di mortalità che può variare da meno dell’1% fino a circa il 10-15%. La manifestazione clinica più comune è la Febbre Dengue (DF, Dengue Fever), caratterizzata da febbre elevata accompagnata da forti dolori muscolari e articolari, mal di testa e un senso generale di malessere. I sintomi compaiono entro 4-7 giorni dalla puntura della zanzara Aedes e, nella maggior parte dei casi, si risolvono spontaneamente dopo circa 2 settimane. Una piccola percentuale dei soggetti sintomatici (5%) può sviluppare complicanze della malattia che portano alle due forme più gravi: la Febbre Emorragica da Dengue (DHF, Dengue Hemorrhagic Fever) caratterizzata da forti dolori addominali, sanguinamento nasale e gengivale, sanguinamento gastro-intestinale, vomito, letargia o irritabilità; e la Sindrome da Shock per Dengue (DSS, Dengue Shock Syndrome). Quest’ultima è causata da un aumento della permeabilità capillare che porta a una grave perdita di plasma, emorragie, distress respiratorio e insufficienza multiorgano.

Ad oggi, sono riconosciuti 4 sierotipi diversi del DENV (DENV 1-4): mentre la prima infezione è generalmente asintomatica o paucisintomatica, la successiva reinfezione (infezione secondaria) con un sierotipo diverso può aumentare il rischio di sviluppare le forme gravi della malattia. In particolare, gli individui che si infettano per la prima volta con DENV sono protetti dalla reinfezione con lo stesso ceppo virale e, per un breve periodo (2-3 mesi), anche dalla reinfezione con un sierotipo diverso. Mentre la protezione contro il sierotipo responsabile della prima infezione permane per tutta la vita, l’immunità contro un diverso sierotipo svanisce nel tempo. Se il periodo fra le infezioni con sierotipi diversi del DENV è particolarmente lungo (superiore a 2 anni), possono manifestarsi le forme di malattia più severe, a causa del fenomeno ADE (antibody dependent enhancement/potenziamento anticorpo-dipendente), per cui gli anticorpi prodotti contro il primo sierotipo non sono in grado di neutralizzare gli altri ceppi virali, ma anzi, facilitano il loro ingresso nelle cellule del sistema immunitario, favorendo l’infezione. Attualmente non sono disponibili farmaci antivirali approvati per il trattamento dell’infezione da DENV e le terapie disponibili si basano su cure di supporto volte ad alleviare i sintomi della malattia. Queste includono la somministrazione di liquidi per contrastare la disidratazione, antipiretici ed antidolorifici; è fortemente sconsigliata l’assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) in quanto potrebbero aggravare il quadro clinico favorendo l’insorgenza di fenomeni emorragici. L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha autorizzato l’utilizzo di due vaccini, Dengvaxia e Qdenga, al fine di prevenire l’infezione da DENV. Si tratta, in entrambi i casi, di vaccini tetravalenti, costituiti da virus vivi ma resi inoffensivi (definiti attenuati), in grado di indurre una risposta immunitaria protettiva nei confronti dei quattro sierotipi di DENV 1-4, senza provocare la malattia. Il Dengvaxia (chimeric yellow fever dengue [CYD-TDV]) prodotto da Sanofi Pasteur, è un vaccino tetravalente vivo attenuato composto da chimere del virus della febbre gialla (YFV, Yellow Fever Virus) 17D esprimenti la proteina di superfice (envelope) e la proteina precursore di membrana (prM) dei quattro sierotipi del DENV. Questo vaccino, non commercializzato in Italia, è indicato per la prevenzione della malattia Dengue in bambini e adulti di età compresa fra i 6 ed i 45 anni, residenti in aree endemiche per l’infezione ed è autorizzato solo nelle persone con una precedente infezione da DENV, certificata da test sierologico o di laboratorio. Il Dengvaxia non offre tuttavia una protezione completa nei confronti di tutti e quattro i sierotipi del DENV, pertanto la sua somministrazione, in assenza di una precedente infezione, potrebbe aumentare il rischio di sviluppare la malattia nella forma più grave. Il vaccino Qdenga, prodotto da Takeda GMBH, è un nuovo vaccino tetravalente vivo attenuato, basato sul sierotipo 2 del DENV. I virus chimerici dei sierotipi 1, 3 e 4 sono stati creati sostituendo i geni della proteina di superfice (envelope) e la proteina precursore di membrana (prM) del sierotipo DENV-2 con quelli del sierotipo corrispondente. È l’unico vaccino anti-DENV commercializzato in Italia, offre un’alta protezione nei confronti di tutti e quattro i sierotipi del DENV, ed è approvato per tutti i soggetti dai 4 anni in su, indipendentemente da una eventuale precedente esposizione al DENV. Nel 2025 è prevista l’autorizzazione di un altro vaccino, il Butantan-DV, sviluppato dai ricercatori dell’Istituto Butantan di San Paolo, in Brasile. Come il Qdenga, anche questo vaccino è basato su DENV vivo attenuato. Al momento è in fase 3 degli studi clinici, dove ha dimostrato una efficacia di circa il 60-75% verso i sierotipi DENV-1 e DENV-2 nei soggetti mai esposti al virus e di circa l’84-97% per coloro che avevano già contratto l’infezione in passato. Non sono disponibili dei dati di efficacia contro DENV-3 e DENV-4, poiché questi sierotipi non hanno circolato ampiamente in Brasile durante il periodo analizzato. Tuttavia, gli studi di fase 2 hanno dimostrato che il Butantan-DV induce una buona risposta anticorpale anche contro i sierotipi DENV-3 e DENV-4, con un tasso di sieroconversione pari all’82% per il DENV-3 e al 77% per il DENV-4 negli individui con una precedente storia di infezione da DENV e del 76% e 89%, rispettivamente, nella popolazione mai entrata in contatto con il virus. In Italia, il Piano Nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi del Ministero della Salute ha messo in atto delle misure per ridurre il rischio di trasmissione autoctona del DENV, sia sul versante di comunicazione del rischio e formazione, sia su quello di sorveglianza e prevenzione della trasmissione mediante sostanze biologiche di origine umana (sangue, emocomponenti, cellule, tessuti, organi) o attraverso i vettori artropodi. Per il momento, il principale strumento preventivo contro la diffusione del DENV è la riduzione dell’esposizione alle zanzare, soprattutto durante il periodo favorevole alla trasmissione (primavera-autunno). A tale scopo, è consigliato utilizzare repellenti per gli insetti, soggiornare in ambienti climatizzati e protetti da zanzariere, ed evitare i ristagni d’acqua dove le zanzare femmine depongono le uova. Alla luce di queste considerazioni, risulta di fondamentale importanza affiancare la ricerca biomedica agli interventi preventivi già in atto, al fine di approfondire le conoscenze sugli aspetti immunopatogenetici dell’infezione da DENV, consentire l’identificazione di nuovi bersagli terapeutici e contribuire a potenziare l’efficacia dei vaccini contro tutti e quattro i sierotipi del virus.

Riferimenti:
Istituto Superiore di Sanità (https://www.epicentro.iss.it/febbre-dengue/) Del Manso M, Di Maggio E, Petrone D, Mateo-Urdiales A, Bella A, Venturi G, Di Luca M, Giannitelli S, Maraglino F, Ferraro F, Pezzotti P, Riccardo F; Arbovirosi in Italia – 2024
Ministero della Salute (https://www.salute.gov.it/portale/malattieInfettive/homeMalattieInfettive.jsp)
WHO – World Health Organization (https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/dengue-and-severe-dengue)
ECDC – European Centre for Disease prevention and Control (https://www.ecdc.europa.eu/en/dengue-fever/facts)

A cura di:
Enrico Palermo – Ricercatore, Virologia Molecolare e Immunità Innata, Istituto Pasteur Italia
Carolina Scagnolari – Professore Associato di Virologia e Microbiologia Clinica, Università Sapienza di Roma